- Attraversò una grande crisi di fede,
distrusse la sua libreria, andò in giro per la città agitandosi e rotolandosi
per terra e rivolgendo ai passanti la frase che sarebbe divenuta l'emblema
della sua vita:
FATE
(DEL) BENE FRATELLI A VOI STESSI
- Considerato pazzo, fu rinchiuso
nell'Ospedale Reale di Granada, da dove uscì qualche mese dopo rasserenato e
intenzionato ad assecondare la sua vocazione religiosa.
- Dopo essersi posto sotto la guida di
Giovanni d'Avila, si recò in pellegrinaggio al Monastero reale di Santa Maria de Guadalupe e, tornato a
Granada, diede inizio alla sua opera di assistenza ai poveri, malati e
bisognosi.
- Nonostante le diffidenze iniziali, si
unirono a lui altre persone, che si dedicarono completamente all'assistenza ai
malati. Il suo modo di chiedere la carità era molto originale, infatti, era
solito dire: “Fate del bene a voi stessi! Fate bene, fratelli!”.
- Fondò il suo primo ospedale,
organizzò l'assistenza secondo le esigenze di quelli che considerava i ‘suoi'
poveri. L'Arcivescovo di Granada gli
cambiò il nome in Giovanni di Dio. Si impegnò anche nei confronti delle
prostitute, aiutandole a reinserirsi nella società.
LA BIBBIA
È buona la saggezza
insieme con un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole; perché si
sta all'ombra della saggezza come si sta all'ombra del denaro e il profitto
della saggezza fa vivere chi la possiede.
(Eccl 7,11-12)
Il Signore benedisse
la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette
quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille
asine. Ebbe anche sette figli e tre figlie. A una mise nome Colomba,
alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio. In tutta la terra non si
trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a
parte dell'eredità insieme con i loro fratelli. Dopo tutto questo, Giobbe visse
ancora centoquarant'anni e vide figli e nipoti di quattro generazioni.
Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni. (Giob.42,12-17)
Ebbene, io vi dico:
Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a
mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.(Luca 16,9)
Ebbene, io vi dico:
Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a
mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.(Luca 16,9)
Essi confidano nella
loro forza, si vantano della loro grande ricchezza. Nessuno può riscattare
se stesso, o dare a Dio il suo prezzo.
(Sal. 48, 7-8)
Se il Signore non
costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. (Sal. 126,1)
Nessuno può servire a
due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà
l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. (Mat.6,24)
Chi ama il denaro,
mai si sazia di denaro e chi ama la ricchezza, non ne trae profitto. Anche
questo è vanità. Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual
vantaggio ne riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi? (Eccl. 5,9)
Al contrario coloro
che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte
bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e
perdizione. L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per
il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se
stessi tormentati con molti dolori. (1
Tim. 6,9)
Poi dirò a me stesso:
Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia,
bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà
richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi
accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio». (Lc. 12,19-20)
E disse loro:
«Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è
nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».(Luca 12,15)