- L’anno seguente un fatto misterioso sconvolse la sua vita: mentre era seduto a tavola e tentava di servirsi di deliziosi cibi, sentì ripetutamente la sua mano trattenuta da una forza invincibile. Interpretò allora quella sorta di paralisi come un ammonimento divino contro gli agi che si era concesso ed iniziò così un digiuno che si protrasse per tutta la sua vita. L’unica suo sostentamento fu costituito da pane ed acqua, con un’agiunta di erbe selvatiche nei giorni festivi ed una sardina solo a Natale e Pasqua.
- Ricevuta la cura pastorale della chiesa barcellonese di Nuestra Senora del Pino, esercitò fedelmente il suo ministero per quindici anni, sino alla morte. A tutti gli effetti fu un degno precursore del celeberrimo santo Curato d’Ars, vissuto in Francia un secolo dopo. Entrambi infatti si consumarono nella guida del gregge loro affidato, trascorrendo tempo interminabile in confessionale.
- José Oriol affittò non possedeva altro che un tavolo, una panca, un crocifisso e pochi libri, niente letto e riscaldamento. Vestiva allo stesso modo in ogni stagione. Tutto il denaro che guadagnava lo destinava interamente ai più bisognosi. L’unico scopo della sua vita divenne staccarsi completamente da tutto ciò che non era Dio per attaccarsi a lui con ogni forza.
- Inizialmente molti lo deridevano per strada, ma poi tutti si accorsero della sua santità. Trattava con gentilezza chiunque incontrava per strada, spostandosi sempre a piedi, senza però mai aggiungere parole inutili, serio ma mai scontroso. In lui si riscontrava una luce che attirava il prossimo e la gente, sentendosi amata da lui, non mancava di accordargli piena fiducia. José Oriol dedicò particolare cura ad una degna celebrazione della Liturgia delle Ore, della Penitenza e dell’Eucaristia, nonchè alla visita dei parrocchiani per questioni puramente spirituali, invitandoli a ricevere i sacramenti ed a nutrire una filiale devozione mariana. Fu accusato di prescrivere penitenze troppo severe durante la confessione, a tal punto da essere sospeso dal vescovo dall’esercizio di tale ministero, poi però reintegrato dal successore.
- Sperimentò l’unione intima con Dio, sovente rapito in estasi. Solo mentre officiava la divina liturgia all’altare il suo pallido volto diveniva luminoso ed il corpo era trasfigurato.
- Particolare predilezione il santo sacerdote nutriva nei confronti dei malati, che accorrevano a lui sempre più numerosi per le prodigiose guarigioni che operava.
Nonostante la crescente popolarità, José Oriol seppe custodire la sua profonda umiltà ed era meravigliato che Dio avesse scelto proprio lui quale suo particolare strumento, rimanendo convinto che qualsiasi sacerdote avrebbe potuto fare altrettanto se solo avesse usufruito dei doni che Cristo gli aveva elargito.
- Il 23 marzo 1702, fra il pianto generale, annunciò che ormai era giunta la sua fine e chiese che fosse recitato lo Stabat Mater. Durante la preghiera il santo esalò l’ultimo respiro tenendo lo sguardo sul crocifisso. Aveva soli cinquantadue anni. Una folla immensa si raccolse attorno alle sue spoglie.
Amos 6,7
Perciò andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l'orgia dei buontemponi.
Geremia 15,17
Non mi sono seduto per divertirmi nelle brigate di buontemponi, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario, poiché mi avevi riempito di sdegno.
Ebrei 2,1
Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada.
1Corinzi 7, 29-35
Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve... Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.
Marco 13:33
State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel momento.
Apocalisse 16,15
Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante...
Luca 18:8
Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?».
*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "E'" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.