Michaelina ben presto confidò al padre Geremia la sua intenzione di consacrarsi come suora; giacché esisteva un solo Ordine di suore di clausura di rito bizantino, il suo Direttore le suggerì un progetto dei padri basiliani, quello di fondare una Congregazione femminile di rito bizantino-ucraino di vita attiva. Così avvenne nel 1892.
- La Congregazione prese il nome di Ancelle di Maria Immacolata, con il compito di un apostolato di vita attiva verso tutti i bisognosi. Suor Josaphata soffrì molto nella sua breva vita a causa di malintesi, calunnie e altrui ambizioni e per i dolori atroci di una tubercolosi ossea che la portò alla morte all’età di 49 anni, il 25 marzo 1919.
- Già all’epoca della sua morte, la Congregazione aveva aperto 23 missioni con 123 suore in prevalenza in Ucraina.
- All’inizio della II guerra mondiale, le case erano 92 e circa 600 suore.
- Ben presto però tutte le Case furono confiscate dal regime comunista: 36 suore furono arrestate e deportate in Siberia, le altre soffrivano nelle prigioni o lavoravano nelle fabbriche, mentre quelle che erano in missione in Canada, Stati Uniti e Brasile più quelle che erano riuscite a fuggire dal regime insieme a tanti profughi ucraini in Francia, Inghilterra e Germania, mantenevano vivo lo spirito della Comunità, proseguendo la loro opera con gli ucraini profughi per il mondo.
- Nel 1990 quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza, le Ancelle sparse nel mondo hanno dato una mano a ricostruire in patria la vita religiosa dopo 50 anni di comunismo – marxismo.
LA BIBBIA
Giovanni 15:20
Ricordatevi della parola che vi ho detto: "Il servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi.
1Pietro 2:21
A questo siete stati chiamati. perché Cristo ha sofferto per noi lasciandoci un esempio, affinché seguiate le sue orme.
Matteo 7:18
Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni.
Matteo 4:4
Ma egli, rispondendo, disse: «Sta scritto: "L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio"».
*La Parola di Dio non si risolve in astrattismi fideistici inconcludenti; né nella vaghezza dell'approssimazione; e neppure nelle lotte ecclesiali che ripetono le divisioni del Secolo; e neanche nell'arte, per quanto alto possa esserne il livello, perché la Parola ha una valenza morale, non estetica. La Parola non è soggetta alla moda, né al senso comune, neppure ai piaceri psicologici o intelletivi, o della carne; non ha bisogno di un palcoscenico, né della politica, né dei sindacati, dei dei ricchi e neppure dei poveri... La Parola semplicemente "E'" e non può non essere: tocca all'uomo conoscerla, innanzi tutto, poi decidere se seguirla o ignorarla. Sì perché la Bibbia ci insegna a vivere, non solo per una promessa escatologica di un paradiso lontano, ma già in questa dimensione che è il nostro quotidiano, se vivere in un inferno o cominciare a provare la gioia e la serenità di cui essa solo è garante.